La Commissione europea ha chiuso i conti del programma operativo polacco “Infrastruttura e ambiente 2007-2013“. Questo programma, di oltre 28 miliardi di euro, è stato il più grande dell’Unione europea e ha permesso di realizzare 3.300 investimenti, in particolare nei settori infrastrutturali, trasporto, energia e protezione ambientale. Grazie al cofinanziamento nell’ambito di questo programma è stato possibile, tra l’altro:
✓ costruire 1417 km di autostrade e superstrade;
✓ ammodernare otto aeroporti polacchi;
✓ costruire, ammodernare o rifare 1200 km di ferrovie;
✓ costruire e rifare 252 km di linee per i tram in nove metropoli e acquisire o ammodernare 1000 mezzi di trasporto pubblico;
✓ costruire 2575 km di gasdotti, il più lungo dei quali, Szczecin-Danzica, misura 265 km ;
✓ costruire o ammodernare quindici centri logistici e centri di movimentazione per i container;
✓ costruire e rifare 15.000 km reti di condotte per collegare 1,3 milioni di utenze;
✓ costruire e ammodernare 275 impianti di trattamento delle acque reflue;
✓ costruire oltre 360 km di linee elettriche;
✓ rinnovare i sistemi termoidraulici di 570 edifici pubblici;
✓ costruire e ammodernare 630 km di reti di distribuzione di impianti di riscaldamento.
Inoltre, la Polonia vuole ridurre la quota delle medicine straniere in circolazione sul mercato interno e punta sulle biotecnologie. Il Primo Ministro Mateusz Morawiecki ha annunciato, durante una conferenza stampa tenuta congiuntamente con il Ministro della ricerca e dell’istruzione superiore, Jarosław Gowin, la creazione di un nuovo istituto di Biotecnologia medicale per un investimento totale di 500 milioni di PLN (118 Ml di Euro) . Secondo Mateusz Morawiecki, il nuovo istituto di ricerca dovrebbe incoraggiare l‘innovazione farmaceutica in Polonia e l’industria del settore polacca.
L’obiettivo consiste nell’aumentare la quota di medicine polacche vendute sul mercato nazionale, dal momento che oggi quasi il 70% delle medicine vendute in Polonia sono importate. Morawiecki ha preso come esempio la Germania e la Francia dove “la produzione nazionale rappresenta più del 90% delle medicine vendute “.